top of page
  • Twitter
  • YouTube
  • Instagram
  • Twitter

“Super Intramoenia”: la sanità pubblica svenduta al profitto.

Aggiornamento: 6 giorni fa

Per favorire la nostra azione politica verso le Reti di Comitati, associazioni, organizzazioni sindacali, lavoratori e lavoratrici della Sanità, cittadini e cittadine, vogliamo qui svolgere una sintetica analisi politica della delibera della Regione Lombardia nota come “Super Intramoenia” (Delibera di Giunta n. XII/4986 del 15 settembre 2025)


1. Un altro passo verso la privatizzazione del diritto alla salute

La delibera della Giunta lombarda denominata “Super Intramoenia” rappresenta l’ennesimo capitolo del progetto di smantellamento progressivo della sanità pubblica in Italia.Con il pretesto di “migliorare l’efficienza” e “valorizzare le strutture pubbliche”, la Regione Lombardia apre di fatto le porte delle strutture pubbliche — ospedali, ambulatori, sale operatorie — al business dei fondi sanitari privati e delle assicurazioni.

È una privatizzazione mascherata, perché dietro il linguaggio della “sanità integrativa” si nasconde un cambio di paradigma:

da un sistema fondato sulla solidarietà e sull’universalità, a un mercato della salute in cui chi paga, cura; chi non può, aspetta.

2. Sanità a due velocità: la logica del privilegio

La “Super Intramoenia” istituzionalizza la sanità a doppia corsia.Medici, strumenti e spazi pubblici vengono messi a disposizione di chi ha una copertura assicurativa o la possibilità economica di pagare.Nel frattempo, i cittadini che contano solo sul servizio pubblico — lavoratori precari, pensionati, disoccupati — continueranno a fare la fila, ad attendere mesi per una visita, a sentirsi cittadini di serie B.

Si parla di “uso efficiente delle risorse pubbliche”, ma nella realtà si tratta di un trasferimento di risorse dal pubblico al privato: tempo di medici, macchinari, strutture che dovrebbero essere destinati alla collettività vengono sottratti per generare profitto. È un furto legalizzato di beni comuni, travestito da modernizzazione.

3. L’ideologia neoliberale travestita da buon governo

Da trent’anni, la Lombardia è laboratorio di una politica che confonde la libertà d’impresa con il diritto alla salute.Il modello lombardo è un esperimento neoliberale: competizione tra pubblico e privato, trasformazione dei direttori sanitari in manager, logica di profitto al posto della logica di cura.La “Super Intramoenia” non nasce oggi, ma è la tappa coerente di un percorso che va da Formigoni a Fontana: un progressivo spostamento della sanità verso il mercato, con la benedizione di chi — nel centrodestra come nel centrosinistra moderato — ha accettato l’idea che “il privato aiuti il pubblico”.

No: il privato non aiuta il pubblico. Lo divora.

4. Un attacco politico e culturale al principio di uguaglianza

Con questa delibera, la Regione rompe un principio costituzionale: l’uguaglianza nell’accesso alle cure.L’articolo 32 della Costituzione non lascia dubbi: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”Non “chi paga”, ma “chi ha bisogno”.La “Super Intramoenia” capovolge questa gerarchia morale e politica, trasformando la salute in un servizio premium per chi può permetterselo.

È la stessa logica che negli anni ha devastato scuola, trasporti, pensioni: si taglia il pubblico, lo si fa funzionare male, poi si dice che “il privato è più efficiente”.È una profezia che si autoavvera, costruita a tavolino per spostare miliardi di euro dal welfare al profitto.

5. Il ricatto ai medici e al personale sanitario

Si dice che la misura servirà a “motivare” i medici e a trattenere i professionisti nel sistema pubblico.In realtà, si costruisce un meccanismo di ricatto corporativo: chi vorrà guadagnare di più, lavorerà per i canali assicurativi; chi crede nel servizio pubblico sarà marginalizzato e sottopagato.La “Super Intramoenia” è anche una trappola per i lavoratori della sanità, costretti a diventare imprenditori di sé stessi invece che servitori dello Stato.E mentre si moltiplicano i canali per chi paga, non si investe un euro serio per ridurre le liste d’attesa o migliorare le condizioni di lavoro nei reparti.

6. Un modello sociale ingiusto e regressivo

Chi sono i beneficiari reali di questa misura?

  • Le assicurazioni sanitarie private, che vedono spalancarsi un nuovo mercato;

  • Le imprese che usano i fondi sanitari aziendali come strumento di welfare d’élite;

  • I manager delle aziende sanitarie che potranno vantarsi di “fare utili”.

Chi ci perde?

  • I cittadini comuni, che pagano due volte: prima con le tasse, poi con le polizze;

  • I territori più poveri, che vedranno depauperati i propri servizi;

  • La stessa idea di servizio sanitario pubblico universale, che è il più grande strumento di giustizia sociale costruito dal dopoguerra.

7. La risposta di Rifondazione Comunista: sanità pubblica, gratuita e universale

Noi diciamo con forza: basta con la retorica dell’integrazione pubblico-privato.Il compito del pubblico non è “competere” con il privato, ma garantire i diritti sociali a tutti.

Serve un piano nazionale per:

  1. Assumere personale sanitario stabile, non precario;

  2. Aumentare i fondi al sistema sanitario pubblico, non tagliarli per poi sostituirli con fondi assicurativi;

  3. Ridurre le liste d’attesa con investimenti diretti e trasparenza, non con scorciatoie di mercato;

  4. Rendere pubblici i bilanci delle strutture e vietare l’uso di risorse pubbliche per attività a pagamento;

  5. Restituire potere ai cittadini, non ai manager.

La salute non è una merce.Chi la trasforma in business, attacca il cuore stesso della democrazia sociale.

8. Conclusione: la battaglia per la sanità pubblica è una battaglia di civiltà

La “Super Intramoenia” è il simbolo di un Paese che ha dimenticato la sua storia. Il Servizio Sanitario Nazionale nacque nel 1978 grazie alle lotte popolari, alla sinistra, ai movimenti operai. Oggi, una destra neoliberale e compiacente – sostenuta dal silenzio di troppi – lo sta smantellando pezzo dopo pezzo.

Come Rifondazione Comunista, diciamo chiaramente:

Difendere la sanità pubblica non è nostalgia, è rivoluzione. La salute non è un affare, è un diritto. Noi non accetteremo mai che venga messa all’asta nei palazzi della Regione Lombardia o di qualsiasi altra regione.


Segreteria Regionale Lombardia

Partito della Rifondazione Comunista – SE


ree
ree


Commenti


bottom of page