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CON LA MANOVRA PIU’ ARMI E PIU’ FORNERO

La polemica a scoppio ritardato con Landini probabilmente serviva a distrarre dai contenuti inaccettabili della manovrina del governo Meloni, scritta durante gli esercizi di genuflessione ai poteri forti a cui ci hanno abituato i finti sovranisti. Dopo anni di promesse altisonanti di FdI e Lega, l’unica spesa che aumenta in maniera consistente è quella per gli armamenti obbedendo agli ordini di Trump e della NATO e condividendone in pieno l'orizzonte politico guerrafondaio. Continua l’austerità con i tagli alla spesa e l’ulteriore innalzamento dell’età pensionabile, perché bisogna fare i compiti, altrimenti si arrabbia la Commissione Europea di Ursula von der Leyen. Di conseguenza la sanità rimane sottofinanziata e non si tocca neanche la grande marchetta ai privati perché altrimenti potrebbero far mancare il sostegno. Niente tasse sugli extraprofitti delle banche perché lo ordina la famiglia Berlusconi, insieme a quei pochi che continuano ad avvantaggiarsi della crisi. Non si introduce una patrimoniale, almeno a partire dai due milioni di imponibile, né si fanno pagare aliquote più alte ai ricchi perché loro sono gli unici italiani che contano per la destra. E infatti per chi non arriva alla fine del mese non sono previste misure per il recupero del potere d’acquisto perso in questi anni se non l’elemosina di 20 euro ai pensionati al minimo.

La destra sta dimostrando la sua natura classista e l’incapacità di affrontare i problemi del paese. Meloni e Salvini meritano solo pernacchie. Diventa sempre più urgente e necessaria una forte opposizione politica e sociale, ampia e plurale, in grado di imporre una svolta e indicare una via d’uscita. Una grande partecipazione alla manifestazione nazionale del 25 ottobre convocata dalla Cgil a Roma è una prima scadenza fondamentale per dire no alla manovrina fondata sul riarmo. Lavoriamo perché contro questo governo, come per il genocidio a Gaza, si riesca a bloccare l'intero Paese.


Maurizio Acerbo , segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista


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