24 giugno: PRIDE Milano!
Rifondazione presente al Pride di Milano con il nostro slogan: Pace diritti libertà per tuttə
Riportiamo il testo del segretario Maurizio Acerbo, e le foto del nostro banchetto per la raccolta firme per la legge di iniziativa popolare sul Salario Minimo.
Quelli che deridono i Pride dovrebbero riflettere su come, dopo la rivolta di #Stonewall del 1969, i pride sono stati un'invenzione politica che ha consentito a minoranze oppresse da secolari discriminazioni di emergere e affermare i propri diritti con una rivoluzione nonviolenta di enorme portata come quella femminista.
All'origine del Pride c'è la ormai celebre Christopher Street Parade che fu organizzata un anno dopo Stonewall dal movimento di liberazione omosessuale.
Nell'introduzione a un bel libro 'Gay Day. The Golden Age Of The Christopher Street Parade' lo scrittore della beat generation William S.Burroughs spiegò l'importanza storica delle parate del Pride:
"Chi sostiene che non ci siano stati concreti cambiamenti determinati dalla rivoluzione culturale dovrebbe leggersi questo libro. "Gay" è ormai una parola di uso comune. Diciamolo, non era così cinquant'anni fa, quando io ero un ragazzino. A quei tempi un ispanico era un messicano, un nero era un negro, e un gay era un "fottuto frocio". L'idea che messicani, negri e froci del cazzo potessero avere qualche diritto era semplicemente ridicola. Sì, certo, la gente sapeva che certe cose accadevano... ho qualche dubbio su Greg e Brad che gestiscono il negozio di antiquariato, ma finché Greg e Brad tengono la bocca chiusa sulla loro relazione, va tutto bene. Sapete come si dice...è un "accordo tra gentiluomini". Ma quando iniziano a sbatterci le cose in faccia, beh...allora è tutta un'altra storia.
Cosi a un certo punto ci hanno sbattuto la verità in faccia e hanno vinto loro. Tutto ciò che è servito per dare il via al cambiamento, è stata l'affermazione di un intrepido gruppo che ha detto: Non tollereremo più questa merda!
Mi riferisco agli eroi di Stonewall che sono stati i primi ad alzare la bandiera della libertà aprendo la strada alla parata gay che è stata la naturale conseguenza... Il tempo va sempre avanti... anche la parata gay continua ad avanzare".
Il mese del Pride è per me un appuntamento come l'8 marzo, il 25 aprile, il Primo Maggio.
Una data nel calendario laico di chi rifiuta ogni forma di oppressione e discriminazione.
Invece di criticare i Pride bisogna prendere esempio dai movimenti lgbtqi+ che hanno dimostrato che si possono abbattere i muri della discriminazione e costruire un sentimento di orgoglio collettivo che incoraggia la lotta per la difesa dei propri diritti.
Ieri al Pride abbiamo raccolto tante firme per il #salariominimo a dimostrazione che è solo un luogo comune reazionario quello di destra e rozzobruni che contrappongono diritti civili e sociali (distinzione anche superficiale perché per avere diritti sociali bisogna avere anche diritti civili). L'agitazione di questa contrapposizione da parte della destra è solo strumentale: di certo il governo Meloni attacca i diritti civili e anche quelli sociali.
Per noi di Rifondazione Comunista essere al Pride è naturale. Ci andavamo anche tanti anni fa quando solo noi, i radicali e i socialisti proponevamo unioni civili o leggi contro omofobia mentre il centrosinistra prendeva ordini dal Vaticano.
Per dirla con Mariela Castro Espín, il socialismo è un paradigma di emancipazione.
Nessuna lotta di liberazione dovrebbe esserci estranea e tutte dovrebbero essere solidali.
E poi diciamolo che i Pride sono una festa. Come scriveva Foucault nella sua 'Introduzione a una vita non fascista':
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