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STOP GEMELLAGGIO TEL AVIV - MILAN

Anche di fronte ad accordi di pace, presentare e votare un ordine del giorno per interrompere il gemellaggio tra Milano e Tel Aviv resta un atto politico necessario e coerente. Ecco perché:

1. Gli accordi non cancellano le responsabilità

Un eventuale accordo di pace non può rimuovere quanto è accaduto: decine di migliaia di civili palestinesi uccisi, interi quartieri rasi al suolo, un sistema di apartheid radicato da decenni. Tel Aviv è pienamente inserita in questo sistema. Il gemellaggio legittima una realtà inaccettabile.

2. La pace vera non può esistere senza giustizia

Una pace frutto di rapporti di forza ineguali, non è giustizia. Il ruolo di città come Milano deve essere quello di sostenere una pace giusta, che preveda la fine dell’occupazione, pari diritti e riconoscimento pieno per il popolo palestinese.

3. La città di Milano ha una responsabilità politica e simbolica

Non si può chiedere di costruire relazioni di pace tra i popoli e poi continuare rapporti economici e istituzionali con chi ha sostenuto crimini di guerra e apartheid. Il Consiglio comunale ha l’occasione di lanciare un segnale forte: non in nostro nome.

4. La mobilitazione non si ferma

Il movimento per la Palestina in Italia e a Milano non chiede solo il cessate il fuoco, ma la fine della complicità internazionale con chi nega ogni giorno i diritti fondamentali a un intero popolo. Interrompere il gemellaggio è parte di questa lotta.


CI VEDIAMO DOMANI POMERIGGIO DAVANTI A PALAZZO MARINO.

Nadia Rosa-Segretaria provinciale

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