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REFERENDUM: NON RAGGIUNTO IL QUORUM, LA LOTTA PROSEGUE.

Non è stato raggiunto il quorum, ma abbiamo riaperto uno spazio politico e sociale che da troppo tempo era chiuso.

Più di 11 milioni di cittadine e cittadini hanno votato si ai referendum sul lavoro e più di 8 a quello sulla cittadinanza. Tutto ciò ha un significato preciso.

Abbiamo rimesso al centro il tema del lavoro: la precarietà, i salari da fame, la mancanza di sicurezza, lo svuotamento dei diritti conquistati in decenni di lotte.

Temi ignorati dalla politica istituzionale, ma che riguardano la vita concreta di milioni di persone.

Abbiamo denunciato il ricatto e la miseria del lavoro povero, detto no al jobs act e alla cancellazione dell’articolo 18, aperto un varco dove tutto sembrava rassegnazione.

Sulla cittadinanza il cammino è più faticoso: troppi anni di politiche fondate sulla paura dello “straniero”, sull’ossessione per il decoro, sull’insicurezza costruita a tavolino hanno lasciato un segno profondo. Ma anche qui qualcosa si muove: i referendum hanno costretto molti a ripensare cosa significa davvero "integrazione", "uguaglianza", "convivenza".

Rifondazione comunista ha fatto la sua parte, con la solita generosità e militanza, partecipando ai coordinamenti, promuovendo informazione, incontrando persone ovunque.

Continuiamo a farla: nei quartieri, nei luoghi di lavoro, nei movimenti.

Ma anche nei consigli comunali, regionali, in Parlamento. Perché è lì che si fanno le delibere e le leggi che determinano la vita degli uomini e delle donne che abitano il Paese.

È solo l’inizio.


La Segreteria provinciale del Partito della Rifondazione Comunista



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