LA CASA E' UN BISOGNO BASTA SPECULAZIONE
gio 19 ott
|Milano
Milano: dove sta di CASA la giustizia sociale e ambientale?


Orario e Luogo
19 ott 2023, 17:30
Milano, Piazza della Scala, 5, 20121 Milano MI, Italia
Descrizione
Come Rifondazione Milano abbiamo aderito alla manifestazione per il diritto alla casa che si terrà giovedì 19 ottobre con partenza alle 17e30 in Piazza della Scala convocata dalla Rete per il Diritto all’Abitare di cui facciamo parte e che abbiamo contribuito a costruire.
Saremo presenti dietro lo striscione:
Abitare=diritto
Negarlo=vergogna
con le nostre bandiere.
#dirittoallacasa #giustiziasociale
Milano: dove sta di CASA la giustizia sociale e ambientale?
Milano sta subendo una violenta riconfigurazione socio-economica e demografica: lo testimoniano i dati recenti sui prezzi delle case (+43,2% in cinque anni, con il +50% in periferia), così come l’andamento del mercato degli affitti, con impennate paurose dei canoni e conseguente morosità. La condizione abitativa (che non è il semplice avere un pur necessario tetto, ma coinvolge vissuti, progetti, relazioni sociali, condizioni di lavoro, scuola, tempo libero, e ha dimensioni culturali, psicologiche, politiche, sociali…) parla della crescita della disuguaglianza e dell’esclusione in questa città.
L’“attrattività”, tanto propagandata dall’amministrazione Sala, si traduce in una resa consapevole e consenziente all’agire speculativo delle grandi immobiliari, con il consumo di suolo, con l’arrivo in città di aziende e investimenti e con l’espandersi del turismo “affluente”. Anche l’evoluzione delle infrastrutture (costruzione degli impianti olimpici, nuove linee MM, espansione della logistica…) va in tal senso. Chi non ce la fa, alla faccia dell’attrattività, deve migrare nell’hinterland, pena il restare senza un tetto. A cinquant’anni dalla cacciata degli inquilini proletari dal Centro storico, questa ondata porta all’espulsione dei ceti medio-bassi dalla città.
Insomma, questa Milano sempre più disuguale ed escludente non è né socialmente né ambientalmente sostenibile.
In questa situazione, che fare? Noi proponiamo alcuni punti, tra i tanti:
Innanzitutto, non è vero che “non ci sono i soldi”. A parte i vincoli di bilancio, che fanno parte di provvedimenti nazionali consapevolmente adottati dalle forze politiche che guidano la città, ci sono entrate come quelle degli oneri di urbanizzazione (che si è scelto di tener fermi per quasi dieci anni), che devono essere messe a disposizione con urgenza.
Non è vero neanche che manchino le risorse in termini di spazi. In città esistono molti edifici sfitti e dismessi, che potrebbero passare in mano pubblica in virtù di un comma del regolamento edilizio mai applicato, per renderli abitabili; così pure dovrebbero tornare disponibili i tantissimi alloggi popolari chiusi e non ristrutturati, che ora Maran mette a disposizione dei soli “lavoratori” solventi, scavalcando le graduatorie delle assegnazioni pubbliche.
Gli sfratti e gli sgomberi sono sempre più diffusi, per la crisi economico-sociale e l’insostenibilità dei canoni, e vengono gestiti in maniera arbitraria e spesso militare, senza procedure regolari e soprattutto senza garantire il doveroso passaggio da casa a casa: per questo, occorre costruire un ufficio unico comunale in grado di gestire le procedure di assegnazione di tutte le disponibilità abitative e le accoglienze temporanee dei nuclei sfrattati.
Il “social housing” non è la soluzione; occorre tornare a occuparsi seriamente e complessivamente di edilizia residenziale pubblica, non di quella fintamente “sociale”, che esclude programmaticamente le fasce sociali basse per occuparsi solo del ceto medio impoverito, cui peraltro destina alloggi a canoni quasi di mercato, come accade nel recente accordo sul canone concordato.
Occorre porre un argine forte agli affitti brevi e dare una soluzione socialmente equa alle esigenze della popolazione studentesca, sottoposta a canoni alti e condizioni abitative indegne; non va in questa direzione la diffusione di pensionati carissimi, spesso costruiti con risorse pubbliche.
Su questi punti, e su altri, cresce a Milano una promettente ed efficace convergenza tra movimenti, sindacati inquilini, associazioni territoriali e abitanti che ha portato alla nascita di reti, coordinamenti e mobilitazioni dal basso a cui come Partito stiamo lavorando con pazienza e convinzione, consapevoli che “uniti si vince”, ma su contenuti forti, convincenti e radicali.